La sapete disegnare una bicicletta a memoria, o finireste anche voi per creare una specie di astronave? Dopo aver letto quest’articolo mi sono messa all’opera con una matita spuntata sentendomi addosso la responsabilità di varie generazioni, perciò sono rimasta un po’ sconcertata quando ho visto che, soddisfatta com’ero del mio disegno e dei vari dettagli come i freni ed il portapacchi, avevo dimenticato di mettere alla mia bici.. i pedali.
Sono cresciuta in una famiglia in cui “Onzi la bici” era, oltre che causa di infiniti lazzi filologici, un trofeo rispettato, e dire che mio zio lavorava con Moser era motivo di vanto. E’ stato mio zio a girarmi le gambette sui pedali di quel primo triciclo quando ancora non sapevo mettere un piede davanti all’altro, e poi l’Atala Cross su cui ho imparato ad andare senza rotelle, la Graziella da portare in vacanza (organizzando spedizioni di ricerca con 40 amici ogni volta che ce ne rubavano una), la prima mountain bike seria con cui mi sono spaccata la testa, la city bike con cui portavamo in giro i gatti nel cestino la domenica.
La mia infanzia e adolescenza sono scandite, più ancora che dai compleanni, dalle bici che mio zio mi portava.
Mentre il concetto di lusso cambia, anche l’arrivo al matrimonio su bolidi rombanti inizia a sembrarci un po’ cafone, e la vera ricchezza è liberarsi a volte della schiavitù dell’automobile per una vita meno dedicata all’apparire e più alla sostanza, al gioco ed alla spensieratezza. E se per il tema di nozze l’idea migliore è sempre farsi ispirare dalle proprie passioni, in tempo di scelte eco chic il via libera alla bici è garantito. Perfino per le star come Solange Knowles!
E poi, diciamoci la verità, cosa c’è di più simpatico di un arrivo in bicicletta?
Se poi desiderate un matrimonio country chic, niente è più adatto di una bicicletta (a parte forse un trattore). E se invece puntate sullo stile rétro, un tandem sarà un ricordo indimenticabile per voi e per i vostri ospiti.
E mentre piangevamo la sua mancanza è stato proprio Moser che, tratteggiandolo in poche parole, l’ha riportato fra noi con la sua allegria contagiosa, come nella foto in cui sembrava canzonarci bonariamente tutti. “Ma va là”, ero sicura che dicesse.
Non è che un pezzo di ferro, è vero, ma può anche essere una parte della tua famiglia e della tua esistenza, di gite, cadute ed imparare a correre controvento. Quella prima bici, anche quando non c’è più, ti rimane dentro, non ti lascia più, come un ricordo dell’infanzia senza cui potresti non essere lo stesso. E uno sconosciuto può arrivare all’improvviso, dire due parole e riattaccare alla tua bici i pedali.
Per altre idee su un matrimonio rétro in bicicletta, sbriciate questa adorabile gallery. E non dimenticate di seguirmi su pinterest, facebook e instagram.
Awesome advice, Thanks a lot! http://plasticbreastsurgery.ir/Default.aspx?tabid=1044&userId=64487
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