L’incontro con Silvia e Giorgio era sul sentiero del destino: quando ci siamo visti la prima volta Silvia mi ha detto “Ho subito saputo di voler lavorare con te, però ho provato qualcun altro prima per via della distanza. Ad un certo punto ho capito che non era la persona giusta per noi, quella eri tu, e così eccoci qui.”
Lavorare insieme a loro è stato impegnativo, sono arrivati in estate ed abbiamo dovuto concentrare in pochi mesi molto lavoro, ma mi ha permesso di allentare il guinzaglio a cui a volte tengo legata la mia immaginazione per non imporre i miei gusti su quelli degli sposi, dato che in questo caso coincidevano. E’ stato perciò facile entrare in sintonia con i loro desideri, ed è stata una dolce soddisfazione aiutarli ad avere il matrimonio dei loro sogni in così breve tempo.
Sì, perché il tempo è l’unica cosa che ci è mancata, e qui va il mio consiglio n.1: se desiderate un matrimonio con un tema particolare che faccia da filo conduttore a tutta la giornata e che si applichi ai minimi dettagli con eleganza, ricordate di iniziare presto per non dover ridurre le vostre opzioni.
Le loro passioni sono risultate subito chiare: il romanticismo vittoriano di Jane Austen, la lettura, il vintage ed i fiori. Con un certosino lavoro di ricerca e tantissime prove siamo perciò riusciti ad inserire tutti questi elementi nel design della cerimonia. A partire dalle partecipazioni, pazientemente intagliate e lavorate a mano una ad una per accogliere da subito gli ospiti in questo giardino segreto.
Consiglio n.2: suggerisco spesso ai miei sposi di variare un dettaglio esterno in caso di inviti diversi, o di inviti e annunci singoli, per evitare confusioni durante la distribuzione. Silvia e Giorgio hanno deciso per due buste differenti: nel primo caso un caldo avana non riciclato, che evoca altri tempi e profumi, mentre nel secondo caso un pregiato avorio martellato hanno accompagnato la texture lino e rose della partecipazione.
E qui va il mio consiglio n.3: i colori per un matrimonio vintage letterario sono tenui, spesso sui toni neutri caldi o grigi, accompagnati da dettagli e da composizioni floreali pastello.
Anche i sacchettini portaconfetti hanno sposato le tematiche, sia nel motivo floreale che nei toni neutri e delicati.
Una delle soddisfazioni maggiori, nel lavoro del wedding designer, è sentirsi rispondere dal cliente “Hai colto perfettamente quello che stavo cercando!”. E infatti, per il consiglio n.4: non importa che abbiate limiti di budget o di location, quello su cui non dovete avere dubbi è la sintonia con chi si occupa di voi. Se non siete soddisfati cercate ancora, e non fermatevi finché non sentite di parlare con qualcuno che vi capisce e può darvi quello che desiderate. A costo di fare come Silvia e Giorgio che, per la cerimonia dei loro sogni, hanno abbandonato un progetto a metà che non li convinceva, preferendo chi sentivano affine.
E’ a questo punto che ho iniziato la produzione di tanti fiori di carta, tutti realizzati a mano, che hanno infestato le stanze come una ventata improvvisa di primavera. Il mio consiglio n.5 è di preferire sempre l’handmade, quando avete richieste particolari e personalizzate, in modo che la vostra festa non somigli a nessun’altra. Siate prima sicuri, però, che sia di qualità e non un semplice fai da te.
Le bomboniere non si sono distaccate dal resto nei toni e nello stile shabby un po’ antico, con prodotti del territorio per viziare i loro ospiti fino in fondo.
Arriviamo ora alla mia parte preferita: come segnaposto per ogni invitato ho creato questi segnalibri vintage e romanticissimi con citazioni tratte principalmente dalle opere di Jane Austen, per la gioia di Silvia che, non sapendone scegliere una, le ha volute tutte, per tanti segnalibri diversi fra loro e personalizzati.
Il libro che vedete nelle foto mi è stato regalato da Silvia per ringraziarmi, che significa aver imparato a conoscermi almeno un po’, ed avermi dato uno dei regali più preziosi che mi si possa fare. Il carattere usato nei segnalibri è la vera calligrafia di Jane Austen, giacché è nei dettagli che si vede la differenza fra un lavoro buono ed uno prezioso.
Mentre li creavo, scegliendo brani dalla mia libreria e colorando fiori e silhouette antiche mi sembrava davvero di respirare l’aria del parco di Pemberley o dei pic nic ed i capricci di Emma; forse chissà, esiste un metodo Stanislavskij anche per le creazioni fatte a mano, che ci porta a lasciare una parte di noi nel nostro lavoro, e del nostro lavoro in noi.
Se è così, significa che una parte di me è rimasta in tutte le coppie che ho seguito, e forse è anche per questo che alcune di loro, alla fine del percorso, mi dicono che sembra loro di aver trovato un’amica.
Consiglio finale (n.6): le possibilità per queste tematiche sono molte, specie se avete scelto una location come Villa Pollini a Padova, che sembra uscita direttamente dalla penna di Jane Austen (guardate la confettata), e possono applicarsi ai centrotavola, alle decorazioni, al tableau:
Se desiderate altre idee potete vedere una raccolta di esempi per un matrimonio Austeniano qui, per un tea party un po’ vintage qui ed infine per un matrimonio lettarario e romantico qui. Non dimenticate, per avere sempre nuovi spunti, di seguirmi su Facebook, Instagram e Pinterest.